Che c’è di nuovo, il tandem Morgan-Sgarbi per salvare il programma?
Morgan e Sgarbi possono salvare insieme un programma tv? Il tentativo disperato di Che c’è di nuovo sembra essere andato in questa direzione
“Non possono chiudere questa trasmissione, non è tollerabile. Come volete chiuderla? Dovrebbe chiudere la Rai. È impossibile chiuderla! Chiaro?!” inveisce Vittorio Sgarbi appena entrato nello studio di Che c’è di nuovo. Tutto parte da un aneddoto che il sottosegretario della Cultura evoca in compagnia dell’amico Morgan: si parla del programma realizzato su Rai1 per una sola puntata nel già lontano 2011, l’ormai dimenticato Ci tocca anche Vittorio Sgarbi, che viene evocato dal diretto interessato con quello che era il sottotitolo, ovvero Or vi sbigottirà, acronimo del suo nome e cognome.
Proprio a proposito di quella sola emissione, che si trovò a sfidare la concorrenza di un agguerritissimo Chi l’ha visto? (superò in quella circostanza i 4 milioni di telespettatori con una media di share superiore al 15,5%), Sgarbi ricorda come il suo programma fu penalizzato dal partire dopo rispetto al competitor, costruendo su quello un parallelismo con Che c’è di nuovo, che inizia sempre dopo Dritto e Rovescio e Piazzapulita:
Come capita a te che hai contro quei due, Formigli e Del Debbio, dovresti partire prima di loro.
“Io sono sempre per ultima” ha confermato la D’Amico, che ha anche aggiunto: “Ognuno ha i propri palinsesti, che devo fare”. “Lo sapete perché non mi interessa molto quando si parte?” – ha poi continuato la giornalista, che è sembrata volersi togliere un sassolino dalle scarpe – “Perché in teoria le trasmissioni bisognerebbe guardarle per quel che c’è dentro a prescindere da quei numerini che vanno prima, dopo l’orario”.
E per rimanere “a quel che c’è dentro” il programma, come suggerito dalla stessa D’Amico, bisogna anche osservare cosa ha cercato di fare di diverso Che c’è di nuovo all’interno dell’ultima puntata. Se l’idea dei compagni di viaggio fissi a commentare tutti i blocchi di puntata è stata abbandonata subito dopo l’esordio, per la quarta puntata – decisiva probabilmente per la salvezza del programma – si è deciso di giocarsi la carta Morgan in apertura.
Una carta che serviva a spiazzare lo spettatore e a dare una nuova immagine al programma, cosa in parte riuscita soprattutto perché Morgan ha deciso di fare Morgan lanciandosi in una dura invettiva contro il programma in seguito alla clip utilizzata per lanciarlo. Tutto si è poi ricomposto e Morgan si è calato nel compitino di dare giudizi – sconclusionati – a politici e colleghi (cantanti).
Nulla di esaltante in fondo, così come il resto della puntata che è scorso via fra occupazioni degli studenti in protesta con l’inserimento del “merito” nella dicitura del Ministero dell’Istruzione, dibattitto sul reddito di cittadinanza e spazio finale dedicato al tema delle prostituzione e della sessualità nei giovani. Tutto questo basterà a salvare un programma il cui destino ormai sembra già scritto?
Ps. Nella giornata di ieri un articolo di Il Giornale d’Italia firmato da Marco Antonellis ha comunicato che la Rai avrebbe deciso la chiusura del programma dopo la puntata del prossimo giovedì. Ilaria D’Amico non ha fatto alcun riferimento a questo nel corso dell’ultima puntata.